Perché rifiutare?

11.07.2016 10:39 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Antonio Vitiello
Perché rifiutare?

Perché un top club, ma non solo, deve subire l'affronto di un rifiuto? Non ci si rende conto del danno a livello di immagine? Come non preoccuparsi per evitare un fatto che può sempre capitare, ma che non deve apparire? E' sbagliato pensare che sia sempre questione di soldi. Il calciatore è un tipo particolare, a cui piacciono tante altre cose. Ad esempio far parte di una società modello di efficienza, dove la puntualità, la precisione, i rapporti, la cura dell'apparenza, quindi l'eleganza, la fanno da padrone, senza dimenticare mai, come diceva Artur Jorge, che "... bisogna trattare i calciatori diversamente, facendo credere loro che siano tutti sullo stesso piano". La cosa grave è che sia, ancora una volta, Lady Radio a portare la questione sul tavolo, per non voler capire cose scontate. Eppoi tutto ciò ha un fine: portare sempre più in alto nella considerazione generale il presidente.

Per spiegare ancor meglio, avevo parafrasato una frase di Winston Churchill che faceva bella mostra di sé in segreteria: "Alcuni vedono una società di calcio come una tigre feroce da uccidere, altri come una mucca da mungere, pochissimi la vedono com'è in realtà: un robusto cavallo che traina un carro molto pesante". Immediatamente si capiva l'aria che tirava; il resto lo facevano le ore di lavoro: primo ad arrivare, ultimo ad uscire. Sempre disponibile con tutti, sempre a disposizione dei media, anche se non dovevo mai apparire. Non rientrava nei compiti di un Direttore, pagato per organizzare e vigilare, ma in silenzio. Gli spogliatoi? Perfetti. Le docce e i bagni? Idem. I tavoli dei massaggi? L'ultimo modello. I massofisioterapisti? I migliori. Il capo dell'équipe medica? Uno intelligente, capace e umile, che sa a chi rivolgersi quando si deve accelerare un recupero, e così via. Gli stipendi? Il 27. Se cade sabato o domenica, si anticipano al venerdì. Se i calciatori hanno un problema si risolve, che riguardi la moglie, la compagna, i figli, i genitori, i suoceri, i parenti, senza indugi. Lo spogliatoio dell'arbitro? Una boutique. Il direttore di gara è il magistrato che ha facoltà di condannare, assolvere o dare la condizionale. Si renderà conto che, se una società sta attenta ai particolari, a maggior ragione sarà presente dove conta.

Potrei continuare, ma se un club non va mai sopra le righe, è sempre in credito coi propri calciatori e mai in debito, se ha massima cura e rispetto delle loro mogli e compagne, se controlla dall'alimentazione alla vita privata, avrà un rifiuto da qualche calciatore? Non credo. Seppoi cominciate a viaggiare sott'acqua, non fate mai venire le cose a galla, nel caso non si realizzino, eviterete una reazione a catena. Con danni facilmente immaginabili. 

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