Attenti alla Superlega!

26.02.2024 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Federico Titone/BernabeuDigital.com
Attenti alla Superlega!

Mercoledì al Maradona, in occasione di Napoli - Barcellona, Bernd Reichart, ceo di A22 Sport Management, società madrilena che si occupa della Superlega, era seduto accanto al Presidente De Laurentiis. Ma i dialoghi avuti con i club incontrati hanno confermato la netta chiusura della Serie A a entrare nella manifestazione, osteggiata da Leghe e Federazioni. Si vuole che il valore del torneo resti alto e che le competizioni siano organizzate da un ente terzo e non dalle società fondatrici. Infatti l'idea, nata nel 2000, prevedeva un torneo chiuso a venti squadre. Poi la A22, sponsorizzata dal Presidente del Real, ha presentato un format a sessantaquattro, suddivise in tre leghe, "Star", "Gold" e "Blu", con promozioni e retrocessioni. Un'autentica rivisitazione, conservando la volontà di trasmettere gratuitamente le partite in tv.

La domanda che ci si pone è perché Florentino Pérez continui a portare avanti un'idea non condivisa, addirittura, da capi di stato. Ma il Presidente è una potenza. Il Governo spagnolo, infatti, è stato l'unico a non aderire alla condanna della nuova formula. Anche perché ha voluto essere neutrale per rispetto al Tribunale Mercantile Numero 17 di Madrid, che il 14 marzo riprenderà il dibattimento sulla Superlega. Inoltre il coinvolgimento della Corte di Giustizia Europea, che ha emesso parere favorevole richiesto dal Tribunale di Madrid, dà ragione ai promotori. In Spagna è guerra totale tra il Presidente della Liga, Javier Tebas, e Pérez, iniziata nel 2013, con l'ingresso del nuovo eletto, che ha cercato di far crescere gli altri diciotto club e limato le differenze con Real e Barcellona. Per questo Tebas non abbassa la guardia e, come Reichart, va in giro per l'Europa a perorare la causa.

La cosa che fa riflettere è perché fare muro contro muro con un signore che guida il club numero uno al mondo, dal 2000 al 2006 prima e dal 2009 ininterrottamente, con quattordici Champions League in bacheca, è A.D. di Costruzione Pàdros e maggior azionista, società con 280mila dipendenti e lavori dagli USA all'Australia. Siamo sicuri, pensando anche alla NBA, da cui certamente Pérez è partito, che la verità sia da una sola parte o non sarebbe opportuno chiudere la querelle, senza continuare ad avere la spada di Damocle sulla testa? 

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