La sconfitta dell'Inter

11.02.2022 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
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La sconfitta dell'Inter

Un proverbio USA recita: "Quando le cose contano non cambiare, non la partner alla festa, né il gioco per la partita". Seppoi si aggiunge che per vincere non basta giocar bene per 70', ne servono 95', e si scomoda Boskov per ricordare che "partita è finita quando arbitro fischia", abbiamo la risposta alla sconfitta dell'Inter nel derby. In caso di vittoria i nerazzurri si sarebbero visti a quota 56, con una gara da recuperare, il Napoli a 52 e il Milan a 49. Succede, invece, che al 70' escano Perisic e Lautaro e al 73' Calhanoglu. Dal momento che del primo si scrive: "Sta vivendo una seconda vita. E' il padrone della fascia sinistra" e del turco: "Grande partita da ex", viene da pensare al vantaggio regalato sull'1-0 e al segnale dato alla squadra, quasi il risultato fosse al sicuro. Caso strano, al 75' arriva il pari e quando, all'83', il Milan passa in vantaggio, esce Brozovic.

Chi sono i migliori? Perisic, Calhanoglu e Brozovic. Perché vengono sostituiti? Il primo per un indurimento al polpaccio, sembra un crampo; il secondo perché ammonito e il terzo, visto nervoso, col timore di perderlo per Napoli. Quante volte avete notato un calciatore assalito dai crampi rimanere in campo, dopo l'arrivo del massaggiatore? Se gioco la partita più importante delle prime 23, non penso alla prossima. Voglio vincere, o almeno non perdere. Se, invece, ritengo di avere la rosa più forte e non ho la personalità per impormi, scendo a compromessi e offro contentini a quelli che non partono nell'undici titolare. Ripeto: fare l'allenatore è il mestiere più difficile, ma se guadagni milioni devi dimostrare di meritarli.

Anche alla Lazio Inzaghi, specie nelle Coppe, operava ripetuti turnover, quasi la squadra fosse la dama e i calciatori pedine, addirittura snobbandole, pur con un potenziale di tutto rispetto. Ci si accorge spesso che riuscire a correggere errori di formazione non è facile. Si potrebbe migliorare e qui torno a un vecchio ritornello: la scuola di Coverciano. Prendere in esame le varie situazioni della gara si può.Conoscere esattamente che cosa pretenda si faccia in ogni ruolo, idem. Se qualcuno è convinto che il calcio sia il 4-3-3 o il 3-5-2, allora provvediamo. Perché un milione netto l'anno sarebbe già una montagna di soldi, ma chi dice che Milinkovic-Savic e Luis Alberto non possono coesistere e non riesce a sfruttare il potenziale di Lazzari, non merita certi guadagni. Né lui né altri! Però se ad alcuni dirigenti danno due milioni e passa, devo rivedere certi convincimenti e pregare i politici di non ascoltare chi chiede sovvenzioni per il calcio.  

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