La fortuna di Lotito

18.07.2016 11:28 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Federico Gaetano
La fortuna di Lotito

Tutti possono pensare quello che vogliono, ma su una cosa si debbono trovare d'accordo: una sola persona è insostituibile nel calcio, il presidente. Si può avere la squadra più forte, i collaboratori migliori, ma se non c'è il presidente che capisce, che sa gestire gli uomini e ha un peso specifico all'interno dell'organizzazione, non si va lontano. Ecco perché mi viene da dubitare quando vedo contestato Lotito, che avrà mille difetti ma rimane quello che nel 2004 prende la Lazio che sta per fallire, scopre come diluire in 23 anni il debito con l'erario, vince, se non vado errato, tre Coppe Italia e una Supercoppa Italiana, conquista due terzi posti, un quarto, un quinto e ha i conti a posto. Eppoi perché? Può non essere simpatico, non sempre le sue uscite sono il massimo, come il suo latino, ma rimane uno che vive quotidianamente la società e sa come gira il mondo o, meglio ancora, il calcio.

D'accordo, a Roma il derby si gioca 365 giorni l'anno e solo due volte la Lazio arriva, durante la sua presidenza, prima dei giallorossi, nel 2011 e 2012. E' certamente la cosa che fa pendere la bilancia a sfavore, ma fate attenzione, perché l'uomo è fortunato. La riprova ha nome Bielsa. Non so chi gli parla di questo argentino, a cui a Rosario è intitolato lo stadio del Newell's Old Boys. Un nome importante, con un soprannome accattivante, "el loco", il "pazzo", che infiamma e placa la tifoseria. Una trattativa estenuante, con il segretario Calveri spedito in Argentina a raccogliere la firma. Dicono che l'ingaggio fosse di tre milioni netti, ben lontano dal milione e otto offerto a Prandelli, e quando tutto pareva risolto, nonostante si stesse lavorando per accontentarlo, dalle migliorie di Formello alla campagna-acquisti, Bielsa scompare. La conferma che Lotito è baciato dalla fortuna. Perché tre milioni netti l'anno per un allenatore sono una montagna di soldi, perché due forti personalità probabilmente si sarebbero scontrate, perché gli allenatori argentini del passato, Carlos Bianchi e Menotti, per non parlare di Passarella, hanno fallito, ma soprattutto perché il "loco" avrebbe fatto spendere non so quanto per avere 4, 5 o 6 calciatori, alcuni dei quali già alle sue dipendenze, che altrimenti la società non avrebbe trattato. Quegli stessi che, al momento in cui Bielsa avesse lasciato, o fosse stato esonerato, non sarebbero stati certamente graditi al nuovo arrivato, con perdita di sangue per le casse sociali. Perché l'errore più grande è far confezionare la squadra al tecnico.

Non credo, quindi, che alla Lazio si strappino i capelli, ben sapendo che l'allenatore non vince le partite, anche se le può far perdere. Seppoi Lotito ha il coraggio di aver preso nel recente passato, con Mezzaroma, la Salernitana, che rimane una delle piazze più difficili per fare calcio, e, dopo aver vinto il campionato di Lega Pro, riesce a mantenerla in B, prima di contestare penserei alle sofferenze, ai debiti e alle macerie del passato, perché l'uomo non è l'ultimo degli sprovveduti.

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