L'osservatore
Sono tornato a vedere una partita allo stadio. Non capitava da circa vent'anni, con l'Empoli di Corsi e Vitale in Serie A. Ero curioso di osservare un ragazzo. Ne avevo sentito parlare e volevo scoprire se esisteva ancora il giudice severo del passato, che guardava solo i difetti, dando per scontati i pregi. Non avevo portato carta e penna come i moderni scouts. Andavo a braccio. Magari ricordavo che tre cose non si possono imparare nello sport: gioventù, velocità e talento. Né dimenticavo una frase di Mario Zagallo, l'unico ad aver vinto cinque mondiali: "Per giudicare un calciatore bisogna stabilire due cose: prima se ha talento, poi qual è il ruolo naturale. Il resto si può imparare".
Mi avevano insegnato di controllare fin dal riscaldamento e con Stefano e Gabriele ero arrivato in anticipo. Gioca terzino destro o, se preferite, esterno basso. Quasi sempre di prima intenzione. Non disdegna aprire in verticale. Ogni volta che scatta, strappa come Chiesa e Spinazzola o, come preferisce chi lo conosce, Lazzari. Chiamato da uno schema a spostarsi vicino a chi batte il corner da sinistra, crossa, con misura, di sinistro.
Nella ripresa lo seguo con maggior attenzione. Deve migliorare la fase difensiva e il gioco di testa. Frenare l'irruenza. Evitare il fallo. Non è difficile. L'avversario o si anticipa o non si fa girare. Bene sul piano fisico. Poi regala ai presenti una chicca: parte da metà campo, supera ogni avversario e da venti metri, di collo sinistro, segna sul palo opposto. Di tanto in tanto fa simili prodezze. E' certamente il più interessante in campo e uno assolutamente da marcare, perché l'uomo più pericoloso. Come allunga può determinare. Di ottima famiglia, studente universitario, ha ventidue anni e gioca in Serie C.
La domanda che pongo è semplice: si può non vedere chi ha più degli altri e ciò che manca non è difficile da imparare? Non ho un prospetto su cui lavorare e portare, entro due anni, in Serie A? Per saperne di più chiedo l'aiuto di John Wooden, l'allenatore più vincente della NCAA: "Il talento vi porterà in vetta, ma il carattere vi ci farà restare".
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