Gerd Muller

27.08.2021 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
Gerd Muller

Ho sempre avuto un debole per Breitner, prima grande fluidificante mancino, poi mezzala a tutto campo col vizio del gol. Difficile trovare un difensore che, col tempo, si sposti in avanti. Di solito avviene il contrario. Lo ricordo anche perché disse per primo che il calciatore più forte di tutti i tempi in Germania era stato Gerd Muller. Chi pensava a Franz Beckenbauer sbagliava. Quando domenica 15, a 75 anni, è mancato, il giudizio di quest'ultimo si è allineato a quello di Breitner.

Se anche Lady Radio si sofferma a ricordarlo, si tratta di chi ha fatto la storia. Oltre ad aver vinto tutto, non so i record che ancora gli appartengono: dalle 365 reti in Bundesliga alle 4 cinquine in campionato, ai 1.461 gol che Wikipedia vuole abbia realizzato in carriera, tra amichevoli e incontri ufficiali. Quando la "rosea" martedì gli ha dedicato il giusto tributo, dal titolo "Addio a un gigante", con l'omaggio degli azzurri del Mondiale '70 per la partita del secolo, il 4-3 allo Stadio Azteca di Città del Messico, ho letto i giudizi di Boninsegna, Domenghini, Riva, Albertosi e De Sisti. Da "Uomini d'area, controllo e tiro, eravamo simili", a "Il vizio del gol. Se sbagliavi, ti puniva", a "Io e Gerd, simboli del duello tra nazioni", a "Per noi portieri un vero guaio, era una belva", a "Davanti a lui bisogna togliersi il cappello".

Tutto giusto, bello e meritato, da chi sposava la sostanza, trascurando, spesso, la forma. Penso che a tutti lascino di sale i 68 gol in nazionale in 62 partite e le 725 presenze tra campionato e coppe con 661 reti. Ma la cosa che più stupisce è non aver sentito da alcuno il motivo di tanta grandezza e abilità. Spiace, infatti, non aver letto che, mentre tutti i centravanti, al tempo, venivano inseguiti ferocemente dagli stopper, Muller andava controtendenza: cercava la marcatura. Aveva bisogno dell'appoggio. Poi faceva il compasso e andava in gol. Un torello, brevilineo, fortissimo sulle gambe, se non si anticipava, o gli si dava l'appoggio, arrivava la sentenza. Credo ci sia stato solo uno con le stesse caratteristiche e, probabilmente, non inferiore: Romario. Uno dei pochi che abbia avuto la stima incondizionata di Cruyff, suo allenatore a Barcellona. Gerd Muller e Romario merce sempre più rara, roba da urlo. Peccato non ce ne sia un terzo per ricordarli ai più giovani.

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