Cristiano Ronaldo
Domenica 15 agosto sulla Nazione Giuseppe Tassi, maestro di equilibrio, scriveva che "...in questo calcio dove comandano agenti e procuratori, è giusto rivolgere un appello a Messi, Lukaku, Donnarumma e pure Nainggolan, che preferisce i 2 milioni dell'Anversa agli 1,2 del Cagliari, di non spacciarsi per bandiere e non illudere il popolo tifoso". Due giorni dopo un articolo di fondo di Massimo Donelli, sullo stesso giornale, dal titolo: "Messi e Lukaku, molto mercenari poco uomini", ricordava la frase del primo che lasciava il Barcellona: "Me ne vado, ma non è un addio" e del secondo, passato al Chelsea: "Rimango interista per sempre", "...distillati di ipocrisia, che non merita neppure il più credulone dei tifosi. E' questione di soldi, molti di più di quelli che avrebbero preso".
Fin qui niente di nuovo. Lo sanno tutti, si tratta di mercenari. Ognuno cura i propri interessi come meglio crede, ma eviti di rilasciare simili dichiarazioni. Il tifoso dovrebbe distinguere tra fisse e variabili. Le prime sono la città, la società e la maglia. Le altre sono di passaggio: calciatori, allenatori, presidenti. Non esiste idealizzarli. Seppoi i tifosi hanno bisogno di sognare, sappiano, almeno, come stanno le cose.
Poi c'è Cristiano Ronaldo, il calciatore di cui tutti parlano. Occorre un distinguo. Lo smisurato ego l'ha portato a lasciare la Juventus non per soldi. Il ritorno di Allegri aveva incrinato il rapporto. Se per il tecnico Dybala e Ronaldo non potevano coesistere, la fascia di capitano data all'argentino, in assenza di Chiellini, era un segnale. Se il tecnico diceva che in qualsiasi squadra fosse andato il primo richiesto sarebbe stato Dybala, che assicurava 20 gol, era un altro segnale. Se molti ripetevano che il portoghese giocava prima per fare gol, poi per sé, quindi per la squadra, era un terzo segnale. Se tre indizi fanno una prova, ecco spiegato il passaggio al Manchester United.
Infine, non guadagnerà 31 milioni netti come alla Juventus, ma 23 più bonus, con una tassazione sfavorevole. Né credo, stavolta, il suo agente, Jorge Mendes, sia stato determinante. Anzi, si parla di rottura. Perché tanto grande era il desiderio di lasciare Torino che ha chiesto aiuto al compagno di nazionale Fernandes e ad Alex Ferguson, che ancora tira le fila. Non rimane da vedere se riuscirà a mantenere la maglia numero 7 che appartiene a Cavani. Ha l'aereo privato, lo yacht, auto da sogno, appartamenti, partecipazioni in più società, se riuscirà a conservare il 7 avrà fatto il pieno. Rimane una curiosità. Non conosco chi abbia tutto!
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