Conta solo la credibilità

19.12.2016 11:46 di  Claudio Nassi   vedi letture
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Conta solo la credibilità

Non so le volte che mi vengono fatti i complimenti da sconosciuti per quel che ho detto e scritto sul calcio, al contrario di quando stavo in trincea. Allora i media non perdonavano i miei silenzi. D'altro canto il calcio mi ha visto in ogni veste: calciatore, giornalista, manager, procuratore, di nuovo manager e giornalista e, dal momento che ho avuto i più grandi maestri, qualcosa ho imparato. Non molto a dire il vero, ma qualcosa mi va concesso. Ad esempio, quando telefonano per sapere come la penso, o chiedono consiglio, so già che faranno il contrario e la cosa mi diverte. Ma non sempre. Infatti, quando vedo coloro che comandano, sia a livello nazionale che internazionale, inventare l'acqua calda e pretendere consensi dall'uditorio, prendo cappello. Tralascio l'idea del Mondiale a 48 squadre, tesa solo ad assicurare voti, come l'abolizione del pareggio, e mi soffermo sulla tecnologia e la VAR.

Ne parlo dal '90, con alle spalle una qualche esperienza. Il problema era ed è uno solo: la credibilità. Non interessa se il gol di Cristiano Ronaldo contro l'America nella semifinale del Mondiale per clubs è stato annullato e poi concesso, che la moviola si scopra fragile, che il madridista Modric dica che non gli piace perché crea confusione o che l'ex internazionale Bergonzi voti "sì", ma per casi limitati. D'accordo, i test si potevano fare in tornei di minore rilevanza, come ricorda lo spagnolo Gonzales; ma fermiamoci qui, perché la ricerca della credibilità va al di sopra di tutto. Eppoi l'intervento di Modric fa pensare male, perché lo status quo significherebbe mantenere vantaggi per i potenti e il Real rientra tra questi.

Mi verrebbe da dire "troppo furbo" a questo centrocampista, bravo come pochi, che dimostra per di più, al contrario di ex colleghi che regalano opinioni, di aver capito il calcio, ma sarebbe grave ascoltarlo. Perché il maggior numero di regole è da uniformare, perché la percentuale di errore dell'arbitro deve essere ridotta. Non interessa come. Perché il tempo effettivo non deve essere un'utopia e il fuorigioco e il fallo da ultimo uomo non possono essere giudicati in modo diverso. Prima di assistere all'abolizione del pari, invece, diamo 4 punti alla vittoria e, immediatamente, i risultati si toccheranno con mano, come portò l'innovazione dei 3 punti. Poi è di un'importanza folle regolamentare l'attività dei procuratori. Il resto mandiamolo al macero.

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