Boniperti e Maldini
Mi diletto a mettere giù le impressioni che l'amato calcio porta all'evidenza. Sempre con dispiacere quando le cose non vanno come dovrebbero. Ho seguito con interesse la vicenda che parlava di un probabile rientro di Maldini al Milan. Mi dispiaceva vederlo fuori dalla società che era stata la sua per tutta la carriera e che il padre aveva amato come nessun'altra. Non posso dimenticare quando, all'"Assassino" con il Conte Pontello, Ranieri e Luca, incontrammo Cesare, un habitué del ristorante. Andai a invitarlo perché si unisse a noi. Prima gli dissi che avrei voluto Paolo alla Fiorentina. Correva il 1985. La cifra dell'ingaggio la stabilisse lui. Mi ringraziò. Alle 17.00 lo aspettava in sede Galliani. Andava con Bonetto, amico e procuratore del figlio. Nel caso non si fosse trovato d'accordo si sarebbe fatto vivo. Sapevo che l'accordo non era in dubbio perché non avrebbe mai voluto il figlio lontano dal Milan. La mia stima aumentò ancora. Poi scrissi una lettera al giornale con cui collaboravo quando Paolo decise di lasciare la Nazionale. Non doveva. La maglia azzurra pretendeva qualche sacrificio in più. Chiesi aiuto all'amico Ramaccioni, allora team manager, per farlo recedere. La decisione fu irrevocabile.
Detto tutto sul calciatore, ecco colui che dovrebbe diventare dirigente. Non poteva capitargli una situazione migliore. Il Milan, con i tanti giovani di cui dispone, ha un futuro che altri non hanno. Se non si sbagliano i tre rinforzi che porterebbero al salto di qualità, i rossoneri, con Donnarumma (17), Calabria (20), De Sciglio (24), Niang (22), Suso (23), Locatelli (18), Bonaventura, Bacca e compagnia, tornerebbero a competere con tutti, in Italia e all'estero. Ebbene, non so che cosa pretenda Paolo oltre a ciò che gli è stato offerto. Che esperienza ha per guidare uno dei primi 10 clubs al mondo? Che cosa ha dimostrato? Non ha visto quanti ex grandi calciatori si sono affermati, dalle nostre parti, come dirigenti? Non ci ha fatto caso, ma il particolare non è trascurabile. Glielo ricordo: uno, Boniperti! Che guarda caso, dopo aver rifiutato una somma incredibile per il tempo, 100 milioni da Angelo Moratti, per passare all'Inter, fu messo dall'Avvocato a dirigere il ramo agricolo della SAI. Poi, dopo aver dimostrato di essere un ottimo amministratore, una mattina alle 7.00 gli fu detto di presentarsi due ore dopo nella sede di Piazza San Carlo. Era il nuovo A.D. della Juventus.
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