Attendiamo il Mondiale a 96!

13.01.2017 10:38 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Attendiamo il Mondiale a 96!

Martedì u.s. i media ci hanno inondato di notizie relative al Mondiale 2026 a 48 squadre, a differenza di Stazione di Sosta che, da lunedì 2, andava a ritroso e riannodava i fili che avevano portato il terremoto alla FIFA e all'UEFA e alla restituzione del maltolto, assegnando il 23esimo torneo a Stati Uniti, Canada e Messico. Infatti alla chiusura del "Globe Soccer" a Dubai il neo Presidente della CONCACAF, Montagliani, dava il grande annuncio. Nell'occasione Infantino presentava la riforma più importante dal suo avvento: il Mondiale a 48 squadre.

Immediatamente si sono letti pareri contrastanti. La cosa che fa pensare è dovuta al fatto che non si va mai al cuore dei problemi. Personalmente ho più di un dubbio che abbia deciso Infantino, dal momento che l'Europa ha perso la centralità a favore degli USA. Perché dico questo? Perché sembra un'idea partorita da chi conosce il calcio superficialmente e non vede oltre il naso. La storia dice che ai vertici della multinazionale della pedata abbiamo avuto uomini di grande valore, Sir Stanley Rous e Artemio Franchi per tutti, quando ogni cosa veniva pesata con la bilancina del farmacista. Nel '30 le nazionali che disputavano la Coppa Rimet erano tredici, nel '34 sedici, nel '38 quindici e dal '54 al '78 sedici. Si saltò a 24 dall''82 al '94, per arrivare a 32 nel '98. Quanto si è pensato prima di cambiare lo scenario? Se fosse stato nell'interesse del calcio ci sarebbero arrivati prima. Da quando i soldi veri vengono dai contratti televisivi, tutti sanno che determina la qualità, quindi lo spettacolo e l'audience, a cui si attaccano gli sponsors. Se il format a 32 nazioni presentava troppe partite di scarso livello, immaginate che cosa sarà a 48. All'inizio sembrava una mossa politica, fatta per raccogliere voti; oggi viene da pensarla in modo diverso, perché se Infantino non seguirà le volontà di chi comanda si potrà accomodare. Esiste un'altra spiegazione o siamo in uno stato confusionale?

Il Presidente della FIFA ha anche parlato di maggior trasparenza per quei gironi a tre che non permetteranno "biscotti", oltre all'ingresso della VAR. Ma atteniamoci ai fatti. Si gioca il tempo effettivo? No. Il fuorigioco e il fallo da ultimo uomo sono regole uguali per tutti? No. I rigori si fischiano in modo uniforme? No. D'accordo, sulla volontarietà giocherà il potere discrezionale dell'arbitro, ma non andiamo oltre. Ebbene, per restare tra le mura di casa, vedendo le designazioni dell'ultima giornata di Serie A mi sono domandato, ancora una volta, perché scoppiò Calciopoli. Se escludo Empoli - Palermo, Chievo - Atalanta e Sassuolo - Torino, nelle altre sei gare giocate, con arbitri diversi, magari invertiti, sarebbe uscito lo stesso risultato? Dubito. Né se sposto il problema alle competizioni internazionali troverò qualcosa di diverso. Sarebbe stato facile uniformare le regole e ammettere la tecnologia in campo, senza tergiversare, ma, evidentemente, le volontà sono altre. Allora, per favore, non scomodiamo la trasparenza.  

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