Prandelli e Bielsa

17.06.2016 11:47 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Prandelli e Bielsa

Ho letto più volte che Prandelli aveva una voglia matta di tornare ad allenare. E' normale. Non è facile stare lontano dal calcio quando sei abituato a lavorare sul campo, a guidare un gruppo, a vivere lo spogliatoio, a respirare l'olio canforato, ad avere quotidianamente rapporto con la stampa e il nome sui titoli dei giornali, alle radio e alle tv. Ritengo che fare l'allenatore sia uno dei mestieri più belli, se non il più bello, ma è senz'altro il più difficile. Per cui la scelta della società non è facile, tanto più se le richieste sono più di una. Nel caso di Prandelli, reduce dalle dimissioni con la Nazionale e dall'esonero dal Galatasaray, erano interessate Atalanta, Lazio e un club spagnolo. Ma, dopo l'esperienza all'estero, voleva il Belpaese. La scelta era semplice, quasi scontata: Bergamo. Perché era l'ideale per il rilancio, perché ci aveva giocato, aveva iniziato ad allenare nel settore giovanile, sotto la guida di Favini, lasciato un ottimo ricordo e, cosa più importante, trovava un presidente amico, Percassi, un uomo di calcio, anche lui ex nerazzurro. Si sa che la prima domanda da porsi è: chi è il presidente? E' vero che, finché non ti ci trovi, non sai qual'è la società giusta, ma rimango del parere che sarebbe un errore prescindere dal presidente.

Ebbene, perché Prandelli preferisce la Lazio? Per un contratto migliore? Una piazza più importante, gradita, magari, alla famiglia? Eppure aveva allenato la Roma con alterna fortuna e i tifosi non dimenticano; così l'ombra di Simone Inzaghi, ancora senza panchina, non aiutava, oltre a qualcuno, influente da sempre, che non era d'accordo e ad un presidente che, al di là di una presenza costante, convive con la contestazione alla porta. Insomma, non c'era confronto tra le due possibilità e chi fa questo mestiere non può non soppesare tutto con la bilancina del farmacista. La percentuale di rischio è troppo alta e si deve avere la forza di dire "no" a contratti vantaggiosi per diminuire la probabilità di esonero, che macchia, da sempre, una carriera.

Tutti sanno com'è finita. L'Atalanta, stanca di attendere, chiude con Gasperini e la Lazio, dopo aver contattato Sampaoli, ex del Cile, sposa Marcelo Bielsa. Un tecnico argentino importante, ma, dopo gli insuccessi dei più titolati Carlos Bianchi e Menotti, viene da credere che non saranno rose e fiori. Avete pensato ai problemi per chi cambia non solo nazione, ma continente, e non conosce né i calciatori né, tanto meno, i delicati meccanismi dell'italica pedata?  

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