L'allenatore Zidane

23.12.2016 12:33 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
L'allenatore Zidane

Boniperti ripeteva di andare d'accordo con me su tutto ad eccezione di Zidane, ma la risposta lo spiazzava: "Presidente, per che cosa pensa di essere ricordato? Al di là dei successi della Juventus, per le 444 partite disputate e, soprattutto, per i 178 gol realizzati, la metà dei quali da regista. Zidane, invece, ha questi numeri: 151 presenze, 24 gol e 27 assists. Segna ogni 566' e determina ogni 266'. Se penso ad altri "numeri 10" bianconeri, Sivori, Platini eppoi Baggio e Del Piero, il paragone neppure si pone. Addirittura Nedved, centrocampista a tutto campo, aveva numeri migliori: segnava ogni 401' e determinava ogni 259'". Dal momento che il calcio non può essere fatto di impressioni, il Presidente doveva convenire. Insomma, Zidane, al quale ho sempre riconosciuto doti tecniche d'eccellenza e numeri d'alta scuola, lo ritengo un sopravvalutato. Certamente non il solo; basta ricordare che hanno vinto il Pallone d'Oro Belanov, Papin, Stoichkov, Weah e Cannavaro. Rientra tra quelli belli da vedere, ma apparire non è essere. Per di più ho sempre pensato che un numero 10 debba portare alla causa, come minimo, 10 gol e 10 assists a campionato. Se poi ricordo che nel ruolo hanno giocato Pelé, Cruyff, Zico, Puskas, Maradona, Matthaus e non solo, è facile convenire che sono di altra categoria.

Né avrei pensato potesse fare l'allenatore ad alti livelli. Dubitavo riuscisse a cambiare pelle. Invece è stata una piacevole sorpresa. Si trova nella squadra più difficile da guidare: prima perché il Real Madrid è condannato a vincere (ma questo è comune ad altri), poi perché deve giocare bene e divertire. Se al tutto si aggiunge Florentino Pérez, un presidente ingombrante, che mette bocca su formazione e mercato, le difficoltà aumentano. Ebbene, se si analizza quel che ha fatto Zidane dal suo arrivo, il 4 gennaio, ha dell'incredibile. Pensate che il Presidente non credeva in lui, che, tra l'altro, non aveva fatto sfracelli con il Castilla, la cantera del Real. Esonerato Benitez, c'era bisogno di un traghettatore dal carisma di Zizou per riportare tranquillità nell'ambiente e, soprattutto, nello spogliatoio, dove comandavano Cristiano Ronaldo e Sergio Ramos.

Siccome chi ha tanti soldi è anche fortunato, Pérez trova chi gli fa capire di non interferire, di accettare il frangiflutti Casemiro davanti alla difesa, di vedere il suo pupillo, James Rodriguez, pagato 80 milioni, in panca, di cominciare a apprezzare il contropiede e, allo stesso tempo, subire una sola sconfitta in 35 partite nel 2016, chiuso con 40 vittorie e 11 pari, con una striscia di imbattibilità che dura da 37 gare, record del club, e il miglior inizio di stagione della storia (26 partite senza k.o.). Il tutto condito dall'undicesima Champions League, la Supercoppa UEFA, il Mondiale per clubs, oltre a perdere la Liga di un punto. Sapete come ha definito il "triplete" Zidane? La "hostia", una figata. Non rimane che dirgli bravo.

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