I soliti pupari
Una volta domandai a un amico che lavorava per la Roma ed era un andreottiano di ferro che cosa fosse più difficile, se il calcio o la politica. Rispose: "In politica ti arriva il coltello nella schiena e sai da dove, nel calcio arriva ugualmente, ma non sai da dove". Nel calcio, alle volte, sono così sottili che per capire passano settimane, mesi, addirittura anni e spesso il dubbio rimane per una vita. Guarda caso cadono le accuse su Platini, che potrebbe rimanere Presidente dell'UEFA. Deciderà il Tribunale d'Arbitrato dello Sport, al quale "Le Roi" si è rivolto a marzo chiedendo l'annullamento della squalifica di 6 anni. Era destinato alla Presidenza della FIFA quando la giustizia sportiva lo ha condannato per 2 milioni di franchi svizzeri ricevuti da Blatter nel 2011, per consulenze risalenti agli anni 1999-2002. Nonostante la giustizia ordinaria svizzera, che riconosce gli accordi orali tra le parti, lo avesse ascoltato come testimone e persona informata sui fatti e mai iscritto nel registro degli indagati. Sono caduti i capi di imputazione più gravi, la corruzione e il falso, e restano in piedi quelli minori: le regole generali di condotta, la lealtà, il conflitto di interessi e l'offerta e accettazione di regali. Da ciò si evince che il problema non era Platini, ma Blatter. L'obiettivo era la sua decadenza e alcuni hanno capito che il potere era in altre mani, come al solito invisibili.
Non so come finirà, perché deciderà la sentenza del collegio a tre, presieduto dall'italiano Fumagalli, professore di diritto internazionale alla Bocconi, ma se dovessi fare una previsione mi verrebbe facile dire che i pupari continueranno a governare il calcio del Vecchio Continente, con l'aiuto del russo che conta e che vedrà i Mondiali nel 2018. Riepilogando: Infantino Presidente della FIFA e Platini dell'UEFA, che potrebbe già presenziare da invitato martedì al Congresso a Budapest e, oltre a ripresentarsi a Nyon, celebrare da Presidente l'Europeo in Francia, per la gioia di Hollande.
Ma questi tessitori sono così bravi? Lo dicono i fatti. La conferma viene anche da Villar Llona, Presidente ad interim dell'UEFA, ma che, state certi, non farà mai il Presidente. Non appare, ma è immanente. Come potete scommettere che la finale di Champions League vedrà di fronte, a Milano, il Real e il Bayern Monaco, con buona pace del Manchester City e dell'Atletico Madrid. A dimostrazione che nulla è cambiato, anche se stavolta non ci saranno favoritismi e vincerà il migliore, perché tra quelli che guidano le danze il rispetto è massimo.
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