Conte, Fonseca e Giampaolo

23.10.2020 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
Conte, Fonseca e Giampaolo

Ho sempre pensato che il calcio, inteso come gioco, non sia difficile, come molti lo fanno apparire. Fatico, infatti, a capire gli inventori dell'acqua calda. Se l'Inter prende a costo zero uno dei centrali più forti in circolazione, il trentatreenne Godin, e Conte lo fa giocare esterno basso e mai nel suo ruolo, ti devi chiedere perché! Se è titolare inamovibile nell'Uruguay di Tabarez e determinante nell'Atletico Madrid di Simeone, ci sarà un motivo. Seppoi, oltre ad essere un leader, porta alla causa 3/4 gol l'anno, quando va a saltare sulle palle inattive, devi essere contento di averlo. Avviene il contrario e, al termine della stagione, si cede senza avergli dato la possibilità di esprimersi al meglio. Alcuni dicono per risparmiare un ingaggio da 5 milioni e mezzo netti, altri perché acquistato prima dell'arrivo di Conte.

Ed eccoci a Kolarov che, nel 2018/19 alla Roma, da esterno basso sinistro, realizza 8 reti. Quando Fonseca si accorge che segna troppo, lo mette centrale, come se fare gol fosse peccato e non l'unico modo per vincere le partite. Al suo posto Spinazzola, buon elemento, ci mancherebbe, ma in carriera i numeri dicono 202 partite e 5 gol. A destra Fonseca ha identici problemi. Non ama Florenzi, che gioca tuttora in Nazionale e, rientrato da Valencia, ha richieste da Atalanta, Fiorentina e Bologna. Decide per il PSG, finalista in Champions, a cui ha già regalato più di un gol. Ebbene, non so quanti si sono alternati nel ruolo, ma l'allenatore ha pensato di aver fatto la scelta giusta. Naturalmente non per la società. Nel frattempo, all'Inter Kolarov centrale fa rimpiangere Godin e mostra l'inutilità dell'operazione se hai Bastoni.

Detto come ragionano gli allenatori di Inter e Roma, vado a Torino, dove trovo un maestro di calcio, come Cairo ama presentare Giampaolo. Chissà se il Presidente ha mai pensato al Grande Torino, a quello che schierava Meroni, Ferrini, Combin e Moschino, o allo scudetto con Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli e Pulici. O a Novo, Gerbi, Pianelli, Ellena, Cozzolino, Ussello, Fabbri, Radice e Giagnoni. Il Toro non può vivacchiare. Ebbene, l'allenatore pretende calciatori che ha avuto: Rodriguez, Linetty, Murru, Bonazzoli e desidererebbe Krunic, Ramirez e Borini. Ma, interrotto il rapporto, chi arriverà ne pretenderà altri, perché non si adattano al suo calcio. E, per la società, sarà un bagno di sangue sul piano economico. E' così difficile rispettare i ruoli e capire? Evidentemente sì! Soprattutto capire.  

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