Si può, basta capire!

29.02.2020 09:00 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
Si può, basta capire!

Chissà come saranno rimasti i patiti dello schema e gli scopritori dell'acqua calda quando hanno visto il Napoli di Gattuso e Riccio, contro il Barcellona, chiuso nella metà campo e pronto a partire in contropiede. Esisteva altro modo per affrontare una formazione più forte? D'accordo, giocare sopra ritmo per 95', ma Gattuso, con una squadra dal buon tasso tecnico, ha preparato una gara tattica. Sono curioso di vedere il ritorno, anche se viene da credere che le garanzie avute dal Barça con la direzione di Brych non saranno pari a quelle degli azzurri al Camp Nou. Oggi il Napoli è una squadra scomoda, non facile da affrontare per capacità di soffrire, per la voglia di rialzarsi dopo una caduta, rimotivata da un allenatore non confermato dal Milan, andato a sostituire Ancelotti, tecnico pluridecorato da 6,5 milioni netti l'anno. Che cosa ha fatto Gattuso per risollevare un ambiente diviso da incomprensioni? Ha riportato ordine e disciplina, chiesto massimo impegno e privilegiato la meritocrazia. A chi non capiva, come Allan, ha pregato di accomodarsi a casa, in attesa di tornare a correre come un tempo.

Quando dico che pagare cifre fuori dal mondo a un allenatore è un non-senso, trovo conferma nella partita giocata dal Bayern Monaco a Londra contro il Chelsea e vinta 3-0. Leggo la pagella di Muller: "Primo tempo da incantatore di serpenti: traversa e assist raffinati. Nella ripresa va sul velluto. Voto 7,5". Il migliore dopo Gnabry e Lewandowski. Se non vado errato, con Ancelotti al Bayern, Muller, con Ribéry e Robben, sedeva in panca. Attenzione, non muovo critiche a Carlo, rispetto le sue idee, ma, per il difficile ruolo che ricopre, se si lascia solo, si può perdere.

Torno indietro di una settimana e trovo l'Atletico Madrid superare 1-0 il Liverpool schiacciasassi, con 95' giocati a ritmo infernale. Quindi si può competere contro i più forti e avere probabilità di non soccombere. Se vado in Spagna e vedo il Getafe sesto, ad una lunghezza dal terzo posto, e so che il tecnico è un seguace di Simeone, faccio i complimenti. Se il tetto salariale del club è di 64 milioni, dieci volte inferiore a quello del Barcellona e del Real Madrid, viene da pensare che il fatturato non sia la sola voce da guardare nel calcio. Così per l'Atalanta, quarta in campionato e, addirittura, agli ottavi in Champions League. La stessa cosa per il Leicester, terzo in solitudine in Premier. Senza fare classifiche di chi sa e chi non sa, di chi spende senza cervello, di chi parla di didattica, analitica globale e psicologia cognitiva, viene da pensare che si possano fare tante cose: basta capire!    

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