La Juventus nel Valdarno!
Alle volte alcuni pensano che certe frasi abbiano fini reconditi. Non sempre è così. Se più volte ho detto che i toscani non sono secondi a nessuno, è perché ho toccato con mano che, quando usciamo dai confini, siamo guardati con sospetto, quasi temuti. Chissà, forse per quelle battute non sempre capite e l'ironia con la quale conviviamo. Non per nulla è stata di un livornese la frase che ultimamente mi ha colpito: "Non è vero che il mondo si divide in bianchi, neri, gialli e rossi, ma fra stupidi e quelli che non lo sono".
Come al solito passo al calcio e Lady Radio si accorge che lo staff della Juventus ha radici nel Valdarno. La cosa strana è che nessuno ha giocato a livello professionistico. A dimostrazione che anche tra i Dilettanti il Granducato esprime eccellenze. Maurizio Sarri nasce a Napoli nel '59, ma cresce al Matassino, sobborgo di Figline. Inizia dalla terza categoria: Stia, Faellese, Cavriglia, Antella, poi Sansovino e Sangiovannese, prima di lasciare il posto in banca e diventare allenatore a tutto tondo. Il 16 giugno 2019, dopo la rescissione contrattuale con il Chelsea, passa alla Juventus. Guadagna sei milioni netti l'anno. Loris Beoni, 1958, diploma di laurea ISEF all'Università di Firenze, allena a Tegoleto, Levane e, nella Castiglionese, addirittura Sarri, prima che cominci la carriera in panchina. Oggi ne è collaboratore tecnico. Daniele Tognaccini, '64, allenatore, nasce a S. Giovanni Valdarno. Difensore del Cavriglia, già al Milan, dicono sia un ottimo preparatore atletico. Massimo Nenci, poco più che cinquantenne, cura i portieri. Dopo averlo allenato alla Faellese, Sarri lo porta a Napoli, per sostituire l'infortunato Nista. In un amen passa dalla Sangiovannese al Napoli, al Chelsea e alla Juventus. Originario di Reggello, il passato dice: Faellese, Figlinese e Borgo a Buggiano. Ultimo Gianni Picchioni, '64, nato a S. Giovanni Valdarno, ex allenatore dell'Aquila Montevarchi, segue Sarri dal Napoli in poi. I cinque hanno in comune il passaggio dalla Sangiovannese, dove conoscono uno dei migliori presidenti: Arduino Casprini.
Fa pensare il fatto che la Toscana, anche a livello dilettantistico, esprima tecnici che hanno in mano le sorti della Juventus, uno dei club più importanti al mondo. D'accordo, il Comitato Regionale ha avuto ottimi dirigenti, da Mazzini a Bresci e oggi Mangini, ma basta questo per dire che la Toscana è terreno fertile come pochi?
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