L'avversario si lavora ai fianchi!

23.03.2018 12:15 di Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
L'avversario si lavora ai fianchi!

Quando giocavo a L'Aquila, il mio amico Vemati si domandava perché fossi interessato agli avversari e alla loro età. Non lo sapevo. Col tempo ho capito. L'avevo dentro. Doveva diventare deformazione professionale. Quando a 27 anni ho smesso di giocare, ho cominciato a scrivere. Volevo fare il giornalista sportivo. Mi ero accorto che si era voluto costruire lo stopper per marcare il centravanti avversario, ma in difesa c'era un mezzo calciatore: alto, ottimo di testa, forte fisicamente e scarso di piede. Un non senso. Scrissi un articolo, inframmezzato da grafici, con un titolo esplicito: "Così si gioca in undici". Mi trovavo a Teramo, all'università. Ne parlai con Rifredo Rocchi, giornalista di Pescara, che si disse entusiasta. Poi andai a Grosseto da Caio Rossi, capo della redazione de La Nazione, piombinese doc e amico di Aldo Bardelli, Vicedirettore di Stadio, ex C.T. della Nazionale del '62 in Cile, il giornalista che più stimavo. Andai a Bologna con il mio allenatore a Siracusa, Nardino Costagliola, con il quale mi ero confrontato. L'accoglienza fu ottima, la spiegazione ebbe successo e rientrai con la promessa che sarebbe stato pubblicato su Rotostadio, la rubrica settimanale curata da Italo Cucci. Correva il '68. Due pagine, titolo a 18 colonne, una cosa inattesa e una grande gioia.

A ottobre entro a Tuttosport e dal giugno '74 inizio l'avventura di manager da Lucca. Oggi sono ancora a domandare se è tutto scritto. Nel '78, alla Pistoiese, faccio lo scout degli avversari e lavoro con lo psicologo. Alla Sampdoria comincio a confezionare una squadra che vincerà scudetto e coppe. Forte fisicamente, con calciatori di gran passo, quasi tutti con il gol nei piedi, e attaccanti che non danno punti di riferimento. L'Ajax di Michels aveva fatto scuola. Vengo via dalla Samp il 30 giugno '82. Voglio chiudere col calcio, ma desidero finire quello che avevo cominciato grazie a Mantovani. E dopo Salsano, Pellegrini, Renica, Vierchowod e Mancini, faccio acquistare Galia, Mannini, Pari e Vialli. Nell''86, venuto via dalla Fiorentina, suggerisco ancora di rilevare il contratto di Van Basten e nel '90 porto su un piatto d'argento il 21enne argentino Redondo. Pensate cosa poteva essere la Samp!

Dopo essermi illuminato d'immenso, dico, da innamorato del calcio, "grazie" ad Allegri per aver fatto capire come si gioca quando si deve rimontare. A mezzora dalla fine, sotto 1-0 con il Tottenham, toglie Benatia e Matuidi , in giornata no, per Lichtsteiner e Asamoah. D'accordo, non ha attaccanti in panca. Ci sono due centrocampisti, Marchisio e Bentancur, e un difensore, Rugani. Ma vuole spinta sulle fasce, cross dal fondo e allargare la difesa. Mi sembra di leggere una risposta a quelli che, in svantaggio, mettono anche quattro punte. Domanda: se non hai John Charles, imbattibile di testa, non vai a chiudere gli spazi? E' vero che sono Higuain e Dybala a segnare e non tutti li hanno, ma anche il pugilato insegna che, quando non puoi vincere per k.o., l'avversario va lavorato ai fianchi.     

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