Il calabrone e il moscerino

12.01.2018 11:20 di Claudio Nassi   vedi letture
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Il calabrone e il moscerino

Dicono che l'uomo sia nato per rubare e, per chi vedesse la frase riferita, in particolare, all'Italia, sbaglierebbe, perché, come vuole un proverbio, tutto il mondo è paese. Non dimentico di aver sentito un presidente dire: "Se c'è da rubare vado anche in chiesa", né la risposta, fin troppo esplicita, di un noto manager a chi voleva fare il D.S.. Martedì sera amici del bridge spiegavano come alcuni barano, nonostante si tratti dell'unico gioco di carte dove vengono servite le stesse mani, si dividono con schermi i giocatori e si disputano campionati nazionali, europei e mondiali. Esiste anche una massima gesuita, non me ne voglia l'amico vescovo Carlo Mazza, che si presta a qualche interpretazione di troppo: "Nega sempre, concedi poco, dividi spesso". Ricordo poi l'abate Galiani: "Ciascuno faccia come me e parli secondo i suoi interessi" e un proverbio cinese: "La giustizia degli uomini è simile alla tela del ragno: il calabrone può passare, ma il moscerino si impiglia". Chiudo con Marcello Marchesi: "Tra il dire e il fare c'è una busta da dare" e con Waldo Emerson, scrittore e filosofo: "Quando l'ospite decanta la propria onestà, state attenti alle posate".

C'è poco da aggiungere. E' la vita, anche se fanno da contraltare a questo modo di pensare non poche persone, nell'intento di limitare i danni. Ho parlato del bridge, ma in tutti gli sport si cercano vantaggi, più o meno leciti. Inutile pensare al doping, che un amico negli anni '60 vedeva sempre avanti all'antidoping, perché ci sono altri modi, con il denaro a farla da padrone. Ed eccoci al calcio, attraversato da tempeste dal 1980. Gli interessi, infatti, sono tali e tanti che sarebbe opportuno alzare paletti a difesa. Chi vince i Mondiali? Una delle grandi potenze, il Paese organizzatore o, come in Sudafrica nel 2010, la nazione che allora comandava: la Spagna. Ricordate Corea - Italia 2-1 nel 2002 con arbitro Moreno, che si vuole fosse corrotto? E per tornare tra le mura di casa, un presidente non preferiva operare con un agente svizzero che col suo D.G. e col suo D.S.? Perché? Ai giorni nostri è possibile accettare chi dice che i calciatori italiani costano troppo e per questo conviene rivolgersi all'estero? Poi fanno affari coi procuratori e la voce nei bilanci di fine anno presenta cifre incredibili a favore di questi ultimi. Domanda: costano troppo i nostri o si ha interesse ad acquistare oltre confine perfino ragazzi di livello modesto per le giovanili? Dicono che quello che avviene al Sud nelle serie inferiori sia da non credere, con società che non pagano da mesi. E il proliferare di procuratori senza regolamentarli è ammissibile? Detto che le storture esistono e che si fa ben poco per limitarle, viene da ridere quando si sente contestare o anche solo discutere l'impiego del VAR. Ma questi signori non si sono accorti che qualche volta anche il calabrone rimane impigliato nella tela del ragno?  

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