Giani e il calcio!

05.02.2024 09:00 di  Claudio Nassi   vedi letture
© foto di Federico De Luca
Giani e il calcio!

Diceva Béla Guttmann, maestro ungherese e allenatore del grande Benfica: "Ecco una regola tanto elementare quanto disattesa: quando sei in possesso del pallone, smarcati; quando, invece, ce l'hanno i nemici, marca. Il calcio è tutto qui". A distanza di decenni Spalletti, premiato lunedì con la Panchina d'Oro, nel pomeriggio si trasforma in professore per tenere una lezione a Coverciano. In un'ora abbondante mostra Manchester City - Fluminense, finale Mondiale per Club, per " ... mettere a confronto il calcio posizionale di Guardiola, che il C.T. sta cercando di applicare alla Nazionale, con quello relazionale dei brasiliani. Perché nel calcio posizionale è il sistema a creare le connessioni tra i calciatori, in quello relazionale sono le connessioni a elaborare il sistema. L'Inter fa un calcio relazionale e si è capito a Firenze, dove è riuscita a vincere, giocando da squadra, una partita complicata".

Nel leggere l'intervista doveva per forza tornare in mente il calcio, spiegato al popolo, di Béla Guttmann, perché semplice. Quindi la fortuna di Spalletti sono Baldini e Domenichini, col solo torto di farlo parlare. Poi vedo Lecce - Fiorentina. L'incredibile, perché dal 45' la Viola presenta Nzola, Beltran e il nuovo arrivato Belotti, tre centravanti, e Sottil per 20', prima dell'ingresso di Gonzalez. Quando leggo che Italiano non ha colpe, viene da pensare a una squadra senza una logica, oltre a subire, per l'ennesima volta, in contropiede il gol decisivo. Quando Lorenzo Marucci invita a Radio Viola, un tifoso consiglia di rimanere uniti, ma se non si correggono errori evidenti non miglioreremo mai.

Infine la Toscana, ormai terra di conquista. Sono arrivati a spezzare il pane della scienza calcistica prima dalle Marche, poi da New York. A Prato ci sono i romani, a Pistoia gli irpini, a Livorno un brasiliano che vive a Londra. Credo sia ora di impadronirsi delle proprie terre. A Firenze ci dovrebbe essere l'imbarazzo della scelta; a Prato, la città più internazionale del mondo, si deve uscire dopo anni dal torpore; a Pistoia i vivaisti sono una potenza; a Livorno esistono certamente acquirenti. Per tutto questo sarebbe ora che Giani, Presidente presidenzialista del Granducato, capisca e metta fine alla diaspora!

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